sabato 10 maggio 2008

Sono ancora vivo..

...anche se è da un bel po' che non scrivo!
Soprattutto perchè non sto facendo gare in questo periodo e quindi non ho molte occasioni per scrivere.
Comunque è stato un mese abbastanza proficuo a livello di allenamenti, tanto da arrivare ad allenamarmi per 4h50' due settimane fa! (esperienza per me forse mai sperimentata)
Questa settimana invece la mia tabella segna 0'!!!.... a causa di esami fino a martedì e virus intestinale bastardo che mi ha tenuto per 2 giorni non consecutivi con dolori e febbre.
Domani mattina conto di ritornare a "vivere".

Intanto volevo riportare parte dell'editoriale di "Runner's World" di questo mese, che ho trovato molto interessante da far leggere a chi ancora non vive del nostro sport:


"Prova a chiedere a una persona qualsiasi se corre. Nove volte su dieci ti risponderà con una spiritosaggine: «Sì, certo, in auto (o in moto)!». La variante al femminile generalmente è: «Come no, tutto il giorno! Dietro marito e figli...!». Se provi a insistere per sapere se chi ti sta di fronte un giorno o l'altro muoverà qualche passo al piccolo trotto, la replica andrà immancabilmente da «Escluso: non ho fiato» a «Proprio no: io sono negato per la corsa», fino al più sorprendente «No, inutile convincermi a correre la maratona...» rivelatore di come per molti la prova sui 42 chilometri sia l'icona del running, l'unica distanza possibile per un italiano.

Non ci siamo, insomma. O meglio: siamo ancora a quella fiera delle banalità e dei luoghi comuni che caratterizza il nostro costume e che ancor oggi tende a soffocare la grande voglia di corsa che c'è in giro. Avete visto quanta gente si dedica al running? A qualunque ora e con qualsiasi tempo, nei parchi e sui lungomare, sulle strade di provincia e intorno all'isolato. Beh, quella gente potrebbe essere nove volte di più se si mettesse anche solo minimamente in discussione e, anziché rispondere alla Alberto Sordi, provasse a capire quanto è semplice mettersi in moto per tenersi in forma. Altro che maratona: al sedentario impenitente potrebbero bastare anche solo quindici minuti d'attività tre volte alla settimana. Di Stefano Baldini, infatti, con i suoi ritmi, i suoi chilometri e le sue medaglie, ce n'è uno solo, e sarebbe un peccato se il suo esempio fosse malinteso. Per emularlo come runner sarebbe invece sufficiente ripetere alcuni semplici gesti a lui abituali e alla portata di tutti: calzare un paio di scarpette, indossare pantaloncini e maglietta e chiudersi la porta alle spalle uscendo per correre…"

editoriale di Marco Marchei

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